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Enrico
Prampolini Modena, 1894 - Roma, 1956
Pittore, scultore, scenografo, organizzatore culturale, aderisce al
futurismo frequentando lo studio romano di Giacomo Balla. Nel 1914 partecipa
alla I Esposizione Libera Futurista presso la Galleria Sprovieri di
Roma e in seguito a tutte le iniziative espositive del gruppo futurista.
Pubblica nel 1915 i manifesti Costruzioni assolute di motorumore e Scenografia
futurista-Manifesto Tecnico, nei quali teorizza una convergenza tra
musica, movimento e forma astratta. Tra il 1916 e il 1917 conosce Tristan
Tzara e Han Arp, condividendo l’esperienza dada. Con Binio Sanminiatelli
fonda la rivista “Noi”, che sosteneva il dadaismo e in seguito
il purismo de “L’Esprit Nouveau”. Nel 1918 apre a
Roma la Casa d’Arte Italiana per promuovere la conoscenza delle
avanguardie internazionali, stabilendo contanti con Louis Aragon, Fernand
Lèger, Kurt Schwitters. è protagonista negli anni venti
del secondo futurismo. Nel maggio 1923 pubblica su “Noi”
il manifesto L’Arte Meccanica con Ivo Pannaggi. Tra il 1925 e
il 1937 risiede a Parigi, aprendo ancora di più la sua esperienza
alle avanguardie europee, dal Novembergruppe, al Bauhaus a De Stijl,
fino ad Abstraction-Creation. Particolare rilievo assumono nella sua
produzione le composizioni polimateriche, cui si dedica soprattutto
negli anni trenta, le cui teorie saranno da Prampolini esposte nel 1944
nel testo Arte Polimaterica. Negli anni trenta espone regolarmente alla
Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma e Triennale di Milano,
alle mostre di aereopittura futurista a Firenze e alla Galleria Pesaro
di Milano, alla Galerie de la Renaissance a Parigi nel 1932 (1929, Manifesto
dell’aeropittura futurista). Diviene l’esponente di punta
dell’ “idealismo cosmico”, in cui combina forme biomorfiche
e forme non-oggettuali. Si segnala per gli allestimenti espositivi alla
Mostra della Rivoluzione Fascista a Roma nel 1932. Partecipa alle mostre
di plastica murale a Genova e a Roma (1934 e 1936). Pubblica nel 1943
un saggio sulla scultura di Pablo Picasso. Nel 1945 è tra i fondatori
dell’Art Club di Roma nellíintento di far conoscere in
Italia le tendenze internazionali. Nel 1948 si unisce al Movimento Arte
Concreta (MAC) fondato dal critico Gillo Dorfless. Nel 1956 ottiene
il Grand Prix della Quadriennale di Roma.
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