Giulio D’Anna
Villarosa, Enna, 1908 - Messina, 1978

Alla scomparsa del padre, Giulio D’Anna si trasferisce insieme alla madre a Partinico, per ricongiungersi al fratello maggiore Giacomo, impiegato presso la libreria Trimarchi di Palermo. L’artista, sulla scia del fratello, prende a frequentare i circoli culturali palermitani dove avviene l’incontro con Renato Guttuso, allora legato al movimento futurista palermitano guidato da Pippo Rizzo. Quando Giacomo si trasferisce a Messina per lavorare nella libreria dei Fratelli Principato, Giulio lo segue; l’incontro con l’ambiente futurista della città ha ripercussioni profonde sul giovane artista che, dopo l’esposizione di Depero alla libreria Principato nel 1926 e dopo la pubblicazione da parte di Marinetti del Manifesto dell’Aeropittura nel 1929, benché autodidatta decide, con il sostegno di Guglielmo Jannelli, di cimentarsi in composizioni aeropittoriche. Nel 1931 organizza la sua prima personale alla Galleria Vittorio Emanuele di Messina. Marinetti, giunto nella città per una conferenza al Centro Fascista di Cultura, visita la mostra del pittore che aveva già incontrato a Roma e Milano e resta particolarmente colpito da Luci sullo stretto, Aeroplano e Salto in alto. Marinetti presenzia anche all’inaugurazione dell’altra personale messinese di D’Anna del 1933, nella hall del Grand Hotel; qui è esposto La lettrice futurista, il quadro probabilmente dedicato a Benedetta Cappa, moglie di Marinetti e allieva di Balla.
Stringe rapporti con Balla, Depero, Carrà e, dopo il passaggio di Pippo Rizzo e Vittorio Corona a Novecento, D’Anna, uno dei principali sostenitori del Manifesto dell’Arte Sacra Futurista di Marinetti e Fillia, è l’unico pittore siciliano a partecipare alle principali mostre futuriste tra gli anni 1931-1936. Nel 1931 espone a Milano (Galleria Pesaro e I Mostra Futurista di Aeropittura e di Scenografia della Camerata degli Artisti), a Gorizia (Mostra Internazionale d’Arte Coloniale, promossa dall’Ente Autonomo della Fiera di Tripoli) e alla Mostra d’Oltremare (Internazionale d’Arte Coloniale di Roma). L’anno seguente riceve l’invito a partecipare alla III Esposizione del Sindacato Regionale Fascista delle Belle Arti di Sicilia; si presenta anche alla VII edizione a Siracusa nel 1936, alla VIII nel 1938 e alla X a Palermo nel 1941. Nel 1933 a Messina è a capo di un Gruppo indipendente futurista; partecipa nello stesso anno alla I Mostra Intersindacale d’Arte. è a Roma nel 1934 per la I Mostra Nazionale Futurista e nel 1935 per la II Quadriennale, dove presenta Metamorfosi cosmica. Nello stesso anno partecipa alla Mostra italiana di Parigi (ottenendo il premio come pittore più giovane), alla III Mostra d’Arte siculo-calabra di Messina con una personale e, forse, alla grande Mostra di Aeropittura e Arte Sacra allestita da Enrico Prampolini nel Ridotto del Teatro Massimo di Palermo. Primo tra i pittori messinesi a ricevere un invito alla Biennale di Venezia, grazie all’intercessione di Marinetti, D’Anna partecipa all’edizione del 1934 dell’importante rassegna esponendo Amanti dello spazio e a quella del 1936 con Sfere erotiche.
Gli anni Trenta vedono l’artista impegnato anche come illustratore di riviste (“Volontà”, “Ponte”) e quotidiani (“La Gazzetta di Messina”) messinesi.
Nel secondo dopoguerra, dopo il trasferimento del fratello Giacomo a Città di Castello, conseguente all’apertura della nuova sede fiorentina della Casa editrice D’Anna da lui fondata, l’artista si dedica alla Libreria di Messina, diventata nel frattempo un importante polo culturale, punto di aggregazione per gli intellettuali della città.
Giulio D’Anna partecipa sporadicamente alle mostre messinesi, in genere collettive: I Mostra Nazionale di Pittura “Città di Messina” (1951), Circolo di Cultura (1958), I Mostra Sindacale d’Arte (1963), “Il Fondaco” (1965 e personali nel 1958 e 1960), Circolo della Stampa (personali nel 1962 e 1967), Circolo Artistico “Città di Messina” (1968), “Arteoggi” e Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo (1976).
La vena creativa di D’Anna, inconfondibile per l’arditezza concettuale, il dinamismo formale e l’esuberanza cromatica, trova piena espressione nel linguaggio futurista. I temi affrontati sono quelli tipici dell’aeropittura: la macchina, il paesaggio, il ritratto, lo sport.
Gli anni Cinquanta segnano una svolta nell’evoluzione pittorica dell’artista, che raggiunge una sua sintesi stilistica, frutto delle esperienze maturate fino ad allora. Passa ad una fase astratta per approdare alle strutturazioni polimateriche e ai collages. è la lezione transalpina del Cubismo, segnatamente di Braque, a stimolare il pittore che, però, rifiuta la totale scomposizione della figura. Sulla statica del ceppo cubista si innesta inevitabilmente la dinamica futurista.
S.P.


31 - Calciatore, 1930
Matita su carta, cm 24,5x18
Collezione Francesco Rovella, Catania


Esposizioni
A.M. Ruta, S. Ventura (a cura di), Aeropittori e futuristi a Catania, Catania, 1996; Futurismo e Meridione, Napoli, 1996; Fughe e ritorni. Presenze futuriste in Sicilia, Cantieri Culturali della Zisa, Palermo, 1998 - 1999.

Bibliografia
A. M. Ruta, L’aeroplano di Giulio D’Anna, pittore futurista, in “Kalòs. Arte in Sicilia”, anno V, n. 2-3, mar.-giu. 1993, ripr. p. 34, p. 35; Aeropittori e futuristi a Catania, cat. mostra, Catania, 1996, ripr. p. 84; E. Crispolti (a cura di), Futurismo e Meridione, cat. mostra, Napoli, 1996, p. 447; A. M. Ruta (a cura di), Fughe e ritorni. Presenze futuriste in Sicilia, Napoli, 1998, ripr. p. 158, p. 279.


32 - Football, 1933
Olio su tela, cm 98,5x75
Collezione Gattuso, Palermo


Esposizioni
Svelamenti. Inediti siciliani dal Divisionismo al Futurismo, Galleria 61, Palermo, 2002.

Bibliografia
A. Maria Ruta (a cura di) Svelamenti. Inediti siciliani dal Divisionismo al Futurismo, cat. mostra Palermo, 2002, pp. 86-87.


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